- UNA BELLEZZA DA VIVERE 2024
Se ne fotte se non la chiamano più regina
Conferenza del poeta Davide Rondoni
30 Agosto
- 17.15
- sede della Contrada S. Maria (c/o Palazzo dei Filippini via Briotti 16)
L’incontro sarà introdotto dalla professoressa Angela Bianchi, curatrice de “L’opera poetica. La pagina bianca del possibile e del necessario”, che raccoglie tutti i poemi di Antonio Santori.
Poeta e scrittore, Davide Rondoni ha pubblicato diversi volumi di poesia, tra cui Il bar del tempo (1999), Avrebbe amato chiunque (2003), Apocalisse amore (2008), Rimbambimenti (2010), Si tira avanti solo con lo schianto (2013), La natura del bastardo (2016), con i quali ha vinto alcuni tra i maggiori premi di poesia. È tradotto in vari paesi del mondo. Autore di documentari e di programmi di poesia in tv, collabora con alcuni quotidiani come editorialista. Ha fondato il Centro di poesia contemporanea dell’Università di Bologna e la rivista “clanDestino”. È autore di teatro e di traduzioni (Baudelaire, Rimbaud, Péguy e altri). Tra le sue pubblicazioni più recenti, Se tu fossi qui (Premio Andersen ragazzi over 15, 2015), Il bacio di Siviglia (2016), il saggio Contro la letteratura (2016), L’allodola e il fuoco (2017), E come il vento. L’infinito, lo strano bacio del poeta al mondo (2019).
“Ha lasciato contributi importanti e due occhi chiari sul mondo.” – scrive Rondoni ricordando il poeta elpidiense – “Di lui è seminata in molti cuori e menti la potenza di anima e di vita. Una potenza che non era solo temperamento, anzi, era il risultato di una concentrazione invisibile, spasmodica sul nucleo infuocato del vivere. Ne è seminata la sua opera vasta di pensatore e di poeta. Come accade ai poeti autentici il suo nome non si appoggia sulle ali della fama ma nel passaparola dei conquistati. Spero che chi curerà la sua opera saprà valorizzarla al meglio e fuori dal provincialismo, ben differente dalla provincia e dal margine che Antonio sapeva abitare e agitare.”Rondoni è una colonna della poesia mondiale.
È colui che la celebra al meglio, scrivendo: “Se ne fotte se non la chiamano più regina. Lei lo è, anche se il trono è finito chissà dove, e la corte è dispersa. La voce è forse un po’ arrochita. Ma quando si propaga nelle stanze, per i corridoi pericolanti e per le scale che da tempo quasi nessuno percorre, ridiventa la sua voce di ragazza, ritrova il suo tono, la nota… E’ lei, la poesia”.
Senza saperlo, Davide la scriveva per Antonio.